LETTERATURA torna alla homepage
PRECICERONIANA CICERONIANA AUGUSTEA IMPERIALE RISORSE
     
Ovidio


  Cerca







Progetto Ovidio - database

 

 


 torna alla pagina precedente
 passim precedente

autore
brano
 
Cicerone
I doveri, II, 84
 
originale
 
[84] Tabulae vero novae quid habent argumenti, nisi ut emas mea pecunia fundum, eum tu habeas, ego non habeam pecuniam? Quam ob rem ne sit aes alienum, quod rei publicae noceat, providendum est, quod multis rationibus caveri potest, non, si fuerit, ut locupletes suum perdant, debitores lucrentur alienum. Nec enim ulla res vehementius rem publicam continet quam fides, quae esse nulla potest, nisi erit necessaria solutio rerum creditarum. Numquam vehementius actum est quam me consule ne solveretur. Armis et castris temptata res est ab omni genere hominum et ordine; quibus ita restiti, ut hoc totum malum de re publica tolleretur. Numquam nec maius aes alienum fuit nec melius nec facilius dissolutum est; fraudandi enim spe sublata solvendi necessitas consecuta est. At vero hic nunc victor tum quidem victus, quae cogitarat, cum ipsius intererat, tum ea perfecit, cum eius iam nihil interesset. Tanta in eo peccandi libido fuit, ut hoc ipsum eum delectaret peccare, etiam si causa non esset.
 
traduzione
 
84. Queste nuove tavole che altra funzione hanno se non che tu possa comprare un podere con i miei soldi, che tu te lo tenga ed io non abbia denaro? Perci? bisogna stare attenti a non far debiti che possano nuocere allo Stato; questo rischio pu? essere evitato in molti modi, e non gi? col lasciare che i ricchi perdano le loro sostanze ed i debitori si arricchiscano col denaro altrui. E invero nessuna cosa tiene pi? saldo lo Stato che la fiducia, la quale non pu? sussistere se non sar? necessario il pagamento dei debiti. Mai con maggior decisione si cerc? di non pagarli, come sotto il mio consolato; si fece ogni tentativo con le armi e con gli eserciti, da parte di uomini di ogni genere e di ogni classe, ai quali io ho resistito si da eliminare tutto il male dello Stato. Non ci fu mai un debito maggiore e non fu mai pagato meglio e pi? facilmente; tolta la speranza di frodare, ne consegui la necessit? di frodare. Ma costui poi vincitore, allora, invero, vinto, fini per realizzare i suoi piani quando non gli interessavano pi? per nulla: tanto grande fu in lui il desiderio di peccare, che lo dilettava il peccare in se stesso, anche se non ve n'era motivo.
 

aggiungi questa pagina ai preferiti aggiungi ai preferiti imposta progettovidio come pagina iniziale imposta come pagina iniziale  torna su

tutto il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti, ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski

  HOMEPAGE

  SEGNALA IL SITO

  FAQ 

ideatore, responsabile e content editor NUNZIO CASTALDI (bukowski)
powered by www.weben.it

Licenza Creative Commons
i contenuti di questo sito sono coperti da Licenza Creative Commons